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Perché

Simultaneità, programmazione di flusso con orari predefiniti, capacità di raggiungere i fruitori nelle loro abitazioni: le caratteristiche proprie della diffusione circolare o broadcasting erano già tutte presenti nella telefonia circolare.

Secondo una spiegazione ingenua, l'affermazione della radiodiffusione a scapito della telefonia circolare è dovuta alla "superiorità tecnica": la radio, mezzo che usa l'etere, sarebbe più adatto a diffondere messaggi pubblici, mentre il telefono che usa i fili sarebbe meglio adeguato a quelli privati. I recenti sviluppi, della telefonia cellulare da un lato, della televisione via cavo dall'altro, smentiscono questa tesi, anche se sembra improbabile che si realizzi la tesi dell'americano Nicholas Negroponte, secondo cui il cavo dovrebbe diventare il mezzo delle comunicazioni di massa, l'etere di quelle personali.

I motivi per cui attorno al 1918-25 fu la tecnologia marconiana a diventare protagonista quasi unica dell'affermarsi del broadcasting furono soprattutto economico-organizzativi. La diffusione del telefono circolare doveva attendere i tempi, allora assai lunghi, e affrontare i costi, sempre assai elevati, dell'estensione della rete fisica del telefono, mentre la radio poteva saltarli. Inoltre, le compagnie telefoniche non apparivano particolarmente interessate a questo tipo di servizio, estraneo ai loro modelli organizzativi, mentre gli stati europei uscirono dalla prima guerra mondiale decisi a promuovere la nuova tecnologia radiotelefonica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

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