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Telefonia circolare

L'idea di fare del telefono (ancora agli albori come strumento per la comunicazione tra le persone) un vero e proprio mezzo di comunicazione di massa venne sperimentata dapprima a Parigi con il Théatrophone, un servizio lanciato all'Esposizione internazionale di elettricità del 1881, cioè cinque anni dopo il brevetto di Alexander G. Bell, che permetteva agli abbonati (qualche centinaio) di ascoltare al suo apparecchio, in diretta, le opere dai maggiori teatri, le commedie, e i concerti. Nel 1885 c'era chi prevedeva che, grazie al Théatrophone, si sarebbe avuta «l'opera a tutti i piani dei palazzi», come l'acqua e il gas.

Una previsione che si sarebbe effettivamente realizzata, ma con tecnologie diverse. Il principale esperimento di telefonia circolare tentato nel mondo fu quello realizzato a Budapest nel 1893, il "Telefon Hirmondo", che arrivò a contare oltre 6.000 abbonati al suo servizio quotidiano di notizie (soprattutto) e varietà. Nel 1910 un servizio analogo, l'"Araldo Telefonico" (traduzione letterale del nome ungherese) venne lanciato a Roma, e nel 1914 aveva già superato i 1.300 abbonati.

Ci si potrebbe chiedere perché la telefonia circolare, già relativamente sviluppata, sia stata, in apparenza, così totalmente soppiantata dalla radio. Certo è che quel modello di comunicazione non è una pura curiosità storica: è riapparso successivamente (negli anni Sessanta) sotto forma di radiodiffusione, e conosce dagli anni Settanta una nuova vivacissima crescita sotto forma di televisione via cavo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

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