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Elettrocalamita

 

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L'invenzione dell'elettrocalamita segna una tappa cruciale nella grande avventura dell' elettromagnetismo classico. A partire dall' esperimento di Oersted del 1820 – che mise in evidenza l'esistenza di un legame tra fenomeni elettrici e magnetici - diversi scienziati cercarono le leggi che regolano il rapporto tra elettricità e magnetismo. Tra questi il francese André Maria Ampère (1775-1836), professore prima all'Ecole polytechnique e poi al Collège de France, giocò un ruolo fondamentale. Tra il 1820 e il 1827 egli studiò le azioni reciproche tra correnti elettriche e tra correnti e magneti, e avanzò l'ipotesi fondamentale dell'equivalenza tra una spira percorsa da corrente ed un dipolo magnetico, coniando anche il termine "elettrodinamica". Studiando le cariche elettriche in moto e gli effetti magnetici generati dalle stesse, Ampère scoprì che due fili paralleli percorsi da corrente elettrica si attraggono o si respingono a seconda del verso della corrente che li attraversa, trovando anche l'espressione quantitativa per dare conto di questo fenomeno. Insieme a Jean François Arago (1786-1853), suo collega all'Ecole polytechnique, Ampère inventò l'elettrocalamita, aprendo la strada ad altre invenzioni fondamentali, come il telegrafo, il motore elettrico, il galvanometro.
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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