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Radar

 

Il fatto fondamentale del RADAR è che i tempi di utilizzo dell'informazione acquisita non consentono nessun riscontro alternativo. In tali casi l'attendibilità dell'informazione acquisita risiede nella capacità tecnica di dominare il fenomeno fisico. Anche nel caso, ad esempio, di sensori all'infrarosso, l'uomo controlla solo la fase di messa a punto o taratura, dopo di che è costretto a prendere per valida ogni segnalazione: il controllo successivo, effettuato per esempio da sorveglianti, ha le caratteristiche più di un intervento operativo che conoscitivo. Si dimensiona il sistema in modo da avere un tasso di errore (l’oggetto cercato è segnalato presente ma ciò non è vero) o di mancata segnalazione (l’oggetto c’è ma il RADAR non se ne accorge) accettabili e ci si rassegna a pagare le conseguenze di una errata acquisizione dell'informazione.

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Sottolineo che con il RADAR entra in gioco un aspetto che poi si estenderà ad altri sistemi più complessi: il controllo del risultato della operazione svolta non è praticabile da parte dell’operatore umano e l’azione prevista in conseguenza dell’arrivo della informazione si compirà comunque. Pertanto la sicurezza del risultato non è più demandata ad un controllo ex post, ma alla sola nostra capacità di progettare convenientemente il sistema artificiale. Molti ricorderanno scene di film di guerra dove i piloti dei caccia intercettori passano il tempo in apparente pigrizia in attesa di essere chiamati all’opera. Ma non appena dal RADAR arriva la segnalazione di possibile minaccia di bombardieri nemici, in un lampo i piloti corrono sugli aerei e decollano. Non c’è tempo per il controllo della informazione: i caccia devono subito prendere quota per affrontare i bombardieri prima che quelli possano arrivare alla distanza utile per sganciare le bombe. L’intrigo non finisce qui perché il progettista non può dare certezze: esiste sempre una probabilità che la segnalazione sia falsa, che quindi si tratti di “falso allarme” e che tutto il prodigarsi dei piloti risulti inutile. Ma è meglio questo che la “mancata rivelazione” che significa che le bombe ci piomberanno in testa del tutto inattese. Il progettista tenta dunque di avere una piccola probabilità di mancata rivelazione senza per questo elevare di troppo quella di falso allarme, perché, come spesso nella vita, le due cose sono in contrasto nel progetto.

Fidarsi di un progetto non è una novità nel campo della tecnica e dell’ingegneria: al decollo di un aereo noi siamo fiduciosi che la spinta dei motori unita alla portanza dell’aereo provochi il “take off”. Ma questo è ancora un campo dove il risultato è atteso in senso deterministico: se non c’è un guasto l’aereo decolla. Nel caso del RADAR invece l’apparecchiatura può funzionare correttamente ma l’errore si può verificare ugualmente. Purtroppo una cosa analoga accade anche per gli esami clinici in campo sanitario, dove spesso i risultati di un test danno luogo a “falsi positivi” o “falsi negativi”.

Trattasi davvero di uno scontro tra due culture: quella dell’ex ante e quella dell’ex post, ovvero la cultura del progetto contro la cultura dell’intervento effettuabile solo a posteriori in caso di rilevata infrazione o errore.

(Gabriele Falciasecca)

 

RADAR ovvero RAdio Detecting And Ranging è la rivelazione di ostacoli basata sugli effetti prodotti dalla riflessione di onde appositamente emesse (fenomeno che esiste anche in natura - cfr. delfini e pipistrelli).

voce Radar nell'Enciclopedia Treccani

scheda ENAV

 


Marshall McLuhanmcluhan

La stampa ha strappato l’uomo dalla sua radice culturale tradizionale mostrandogli come accatastare un individuo sopra l’altro all’interno di un enorme agglomerato di potenze nazionali e industriali, e la trance tipografica dell’occidente è durata fino a oggi, momento in cui i media elettronici stanno finalmente rompendo l’incantesimo in cui siamo immersi. La Galassia Gutenberg è stata eclissata dalla costellazione di Marconi.



 

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