+ - reset
English (UK)Italian (IT)

Bibliografia didattica

Vi proponiamo un elenco selezionato di strumenti di approfondimento sulla figura di Guglielmo Marconi e sulla storia delle telecomunicazioni a partire da metà ‘800.

Su Guglielmo Marconi e la sua attività:

Guglielmo Marconi: la leggenda dell’inventore. Ipertesto multimediale a cura di Fava, A., Ortoleva, P., Testaceni, G., Venezia, 1996. Calamia, M., Falciasecca, G. (a cura di), Speciale centenario marconiano, Alta Frequenza, 7 (1995). Di Benedetto, G. (ed.), Bibliografia marconiana, Firenze, 1974. Dunlap, O. E., Marconi the Man and his Wireless, New York, 1937; (trad. it. Marconi. L’uomo e le sue scoperte, Milano, 1938). Falciasecca, G., Valotti, B. (a cura di), Guglielmo Marconi tra storia e cronaca, Bologna, Edizioni Pendragon, 2006. Falciasecca, G., Valotti, B. (a cura di), Guglielmo Marconi. Genio, storia e modernità, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 2003. Falciasecca, G., Valotti, B. (a cura di), 1901-2001: Un ponte sull’Atlantico, Bologna, 2001. Guagnini, A., “Guglielmo Marconi inventore e organizzatore”, in Giannetti, R. (a cura di), Nel mito di Prometeo. L’innovazione tecnologica dalla rivoluzione industriale ad oggi, Firenze, 1996. Guagnini, A., “Il Comitato di radiotelegrafia e gli sviluppi delle radiocomunicazioni”, in Simili, R., Paoloni, G. (a cura di), Per una storia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Vol. I, Roma-Bari, 2001. Maioli, G., I giorni della radio, Bologna, 1994. Marconi, G., Scritti, Roma, 1941. Marconi, M.C., Mio marito Guglielmo, Milano, 1995 Marconi Paresce, D., My Father, Marconi, London,1962 (trad. it. Marconi, mio padre, Milano, 1993). Pancaldi, G. (a cura di), Radio. Da Marconi alla musica delle stelle, Bologna, 1995. Pancaldi, G., Guagnini, A. (a cura di), Cento anni di Radio. Le radici dell'invenzione, Roma, 1995. G. Paoloni, F. Monteleone, M. G. Ianniello, (a cura di), Cent'anni di radio, Venezia, 1995. Parker, S., Guglielmo Marconi e la radio, Bologna, 1994. Simili, R., “La presidenza Marconi”, in Simili, R., Paoloni, G. (a cura di), Per una storia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Vol. I, Roma-Bari, 2001. Stumpo, F. (a cura di), Da Sasso a Marconi. Fra storia e mito, Bologna, 1995. Valotti, B., “Lo stile di un inventore-imprenditore”, in Bigazzi D. (a cura di), Storie di imprenditori, Bologna, 1996. Valotti, B., “Le radici di un inventore-imprenditore: le origini di Guglielmo Marconi”, Scuolaofficina, 1 (2002) Sulla storia delle telecomunicazioni e della radiodiffusione: Doglio, D., Richeri, G., La radio. Origini, storia, modelli, Milano, 1980. Falciasecca, G., Vico, A., Dal tam tam al telefonino, Trieste, 1998. Fedeli, E., Guidone, M. (a cura di), La conquista della telegrafia senza fili. Temistocle Calzecchi Onesti e il coherer, Bologna, 1987. Flichy, P., Storia della comunicazione moderna. Sfera pubblica e dimensione privata, Bologna, 1994. Foresta Martin, F., Dall’ambra alla radio, Trieste, 1999. Isola, G., Abbassa la tua radio per favore… Storia dell’ascolto radiofonico nell’Italia fascista, Firenze, 1990. Isola, G., L'ha scritto la radio. Storia e testi della radio durante il fascismo (1924 -1944), Milano, 1998. Marvin, C., Quando le vecchie tecnologie erano nuove. Elettricità e comunicazione a fine Ottocento, Torino, 1994. Monteleone, F., La radio italiana nel periodo fascista : studio e documenti 1922-1945, Venezia, 1976. Monteleone, F., Storia della radio e della televisione in Italia, Venezia, 1999. Monteleone, F., Ortoleva, P. ( a cura di), La radio, ieri, oggi, domani, Torino, 1984. Ortoleva, P., Il fare e il dire. Tecniche di produzione, tecniche di comunicazione. Vol. 3, Torino, 1996. Ottaviano, C., Mezzi per comunicare. Storia, società e affari dal telegrafo al modem, Torino, 1997. Soresini, F., Breve storia della radio, Milano, 1976. Soresini, F. (a cura di), Segnali sotto e sopra l’Atlantico, 2001. Alcuni suggerimenti in lingua inglese: Aitken, H. G., Syntony and Spark. The Origins of Radio, New York,1976. Baker, W. J., A History of the Marconi Company, London, 1970. Headrick, D. R., The Invisible Weapon. Telecommunications and International Politics 1851-1945, Oxford, 1991. Sungook, H., Wireless. From Marconi’s Black Box to the Audion, Cambridge, MA., 2001. Weightman, G., Signor Marconi’s Magic Box, London, 2003.

Bottiglia di Leida

 
 

Prova anche tu!

Prova a ripetere l'esperimento a casa

 
La bottiglia di Leida deve il suo nome al luogo in cui Peter von Musschenbroek, professore di fisica sperimentale all'Università di Leida, scoprì casualmente gli "straordinari" effetti di questo curioso strumento. Era il 1745 e, secondo le teorie elettriche comunemente accettate al tempo, i fenomeni di attrazione e repulsione elettrostatica erano dovuti al moto di un fluido elettrico che poteva essere trasportato da metalli e soluzioni acquose e accumulato e conservato in recipienti di vetro. Bastava porre un bastoncino metallico all'interno di una bottiglia piena d'acqua perché l'elettricità vi entrasse, prestando però attenzione a porre la bottiglia su un materiale isolante per evitare che il fluido elettrico scivolasse via, attraverso un conduttore, verso la terra. Quando Musschenbroek, contravvenendo per distrazione a questa regola sperimentale, riempì la bottiglia tenendola in mano, fu sopraffatto dalla sensazione che avvertì nel toccare con l'altra mano il pomello della bottiglia. L'intensità della scossa lo spinse a rendere pubblici i risultati della sua involontaria scoperta e, a partire da quel momento, i fisici di tutta Europa si precipitarono a ripetere l'esperimento. Consentendo di accumulare grosse quantità di elettricità, la bottiglia di Leida divenne uno strumento fondamentale della "scienza elettrica", impiegata sia per produrre grosse scintille, che per somministrare forti scosse a scopo terapeutico.
 
   

 

 

 

 

 

 

Didattica

Nella sezione Didattica vi proponiamo una esplorazione innovativa dell’opera marconiana. Le metodologie espositive sono immaginate per tipologie di pubblico diverse, ma nel complesso l’esplorazione offrirà numerosi strumenti per l’analisi di una delle mutazioni più straordinarie alle origini del mondo contemporaneo: la pacifica rivoluzione delle comunicazioni radio, o “senza fili” come si diceva una volta, di cui Guglielmo Marconi fu geniale iniziatore e pioniere.

Potete ripetere alcuni degli esperimenti della formazione del giovane inventore, ripercorrere i momenti salienti della sua carriera, immergervi nella lettura di affascinanti documenti d’epoca, approfondire aspetti storici e tecnici di quella straordinaria rivoluzione i cui sviluppi si sono susseguiti per tutto il Novecento e proseguono in questo inizio di XXI secolo.

 

L’aspetto più entusiasmante della scienza è che essa incoraggia l’uomo a insistere nei suoi sogni. La scienza esige una mente duttile. Non serve interrogare l’universo con una formula. Bisogna osservarlo, prendere ciò che esso può dare e poi riflettere con l’aiuto della scienza e della ragione. La scienza mantiene giovani.

firma

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

Campo magnetico

Prova anche tu

Prova a ripetere l'esperimento a casa

La scienza dell'elettromagnetismo nacque nel corso del XIX secolo. In precedenza, i fenomeni elettrici e quelli magnetici appartenevano ad ambiti di indagine sperimentale nettamente distinti. Già nel corso del Settecento, però, erano state riportate diverse osservazioni sugli effetti delle scariche elettriche su aghetti magnetici le quali avevano indotto un certo numero di fisici, tra cui il torinese Giambattista Beccaria, ad ipotizzare l'esistenza di un intimo legame tra elettricità e magnetismo. Era noto, ad esempio, che se una nave veniva colpita da un fulmine le bussole cessavano di orientarsi verso il Nord, e Benjamin Franklin aveva scoperto che la scarica di una bottiglia di Leida su un aghetto magnetico provocava la smagnetizzazione dell'aghetto. Nel 1776 l'Accademia delle Scienze di Monaco di Baviera bandì un premio per il miglior saggio che rispondesse alla domanda "Esiste alcuna analogia fisica tra forza elettrica e forza magnetica?", ma fu soltanto con l'introduzione della pila, a partire dal 1799, che i fisici ebbero a disposizione la possibilità di produrre correnti elettriche continue e di studiarne gli effetti, aprendo la strada alla scoperta dell'elettromagnetismo.
Nella seconda decade dell'Ottocento, Hans Christian Oersted, docente di fisica a Copenhagen, si dedicò allo studio degli effetti della corrente continua generata dalla pila di Volta. Nel 1820, mentre stava eseguendo con i suoi studenti un esperimento sugli effetti della corrente su un filo di platino, egli si accorse che un aghetto magnetico in prossimità del filo cambiava orientazione quando il filo veniva percorso da corrente. Oersted modificò in vario modo la geometria dell'esperimento, invertendo il verso della corrente e disponendo l'aghetto in posizioni diverse rispetto al filo. Egli si rese conto che il tipo di forza agente sull'aghetto era di nuovo tipo in quanto, a differenza delle forze newtoniane, essa non agiva in linea retta ma seguiva una circonferenza. La conclusione che il filo percorso da corrente genera un campo magnetico è uno dei risultati fondamentali dell'elettromagnetismo, un principio fisico che sta alla base del funzionamento dell'elettrocalamita, del telegrafo e di strumenti di precisione come il galvanometro.
 
Menu elettricità
   

 

 

 

 

 

 

 

Elettrizzazione strofinio

 
 
 


 
 
 
Ecco il fenomeno che fino al 1799, anno dell'invenzione della pila di Volta, consentiva l'esecuzione di tutti gli esperimenti di elettricità. In un tempo in cui né lampadine, né correnti, né batterie, erano ancora state inventate, i fenomeni elettrici dovevano essere "stuzzicati" per poter essere osservati. Le macchine elettriche avevano esattamente questo scopo. Nel corso del Settecento gli esperimenti di elettricità venivano spesso eseguiti per divertire il pubblico e invece dei pezzettini di carta, erano i capelli delle dame che, una volta elettrizzati, si sollevavano verso l'alto. Il repertorio di esperimenti elettrizzanti era molto ampio. Durante le "serate elettriche" le macchine elettriche venivano utilizzate per produrre grosse scintille che davano fuoco a sostanze alcoliche poste in apposite coppe, oppure venivano impiegate per illuminare tubi di vetro dentro i quali una serie di gocce di alluminio disegnavano lunghe spirali: nelle sale oscurate queste spirali venivano percorse da una pioggia di piccole scintille con effetti scenici garantiti. Diverse teorie cercavano di dare conto degli effetti elettrici. A partire dalla seconda metà del Settecento la teoria comunemente accettata era quella del "fluido unico" di Benjamin Franklin. Secondo la teoria di Franklin ciascun corpo contiene una certa quantità "naturale" di fluido elettrico che, trovandosi così in uno stato di equilibrio, non manifesta alcun effetto. Quando però questo stato di equilibrio viene alterato, cioè quando in un corpo si verifica un eccesso o un difetto della quantità naturale di fluido elettrico, il corpo si carica elettricamente, rispettivamente, di segno positivo o negativo. Dal momento che la tendenza del fluido elettrico è all'equilibrio, un corpo carico negativamente, posto nelle vicinanze di un corpo carico positivamente, verrà attratto da questo. Lo scoccare della scintilla elettrica, secondo Franklin, deriva dal passaggio del fluido elettrico da un corpo all'altro e segna anche la neutralizzazione del disequilibrio elettrico.

 

 

 

 
   

 

 

 



Paolo Fabbrifabbri

Mi piacerebbe dire che noi rileggiamo Marconi partendo dal futuro. Parlando di Mc Luhan, noi rileggiamo il presente al passato; parlando invece del tempo reale dell’elettronica, noi rileggiamo il passato a partire dal futuro. L’interpretazione giusta è quella che dal futuro, attraverso il presente, va verso il passato. Questo è un concetto nuovo per l’umanità.



 

museomarconi logo



© 2013 - Fondazione Guglielmo Marconi - Villa Griffone - via Celestini 1 - 40037 Pontecchio Marconi (BO) - C.F 80063250379

Utilizziamo i cookies per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Proseguendo nella navigazione accetti la nostra cookie policy.