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Museo Marconi

 
 
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Benvenuti nel sito ufficiale della Fondazione Guglielmo Marconi, istituita nel 1938.

Guglielmo Marconi (Bologna 1874 - Roma 1937) è colui che inventò la radiotelegrafia, ovvero la trasmissione di segnali a distanza senza l'ausilio di fili, il sistema che ancor oggi in tutto il mondo prende il nome di "wireless". Fece i primi esperimenti giovanissimo, nel 1894-1895, presso la casa paterna, Villa Griffone.

Sede della Fondazione Guglielmo Marconi è appunto Villa Griffone, la residenza di famiglia in cui Marconi realizzò i primi, decisivi esperimenti. Villa Griffone si trova a Pontecchio Marconi, a circa 15 km. da Bologna. La Villa è stata dichiarata Monumento Nazionale.

All’interno dello storico edificio è presente anche un Centro di ricerca ove operano specialisti della Fondazione Ugo Bordoni, dell’Università di Bologna e della stessa Fondazione Marconi, le cui attività quindi comprendono tre differenti aree – storia, ricerca, formazione – rendendo Villa Griffone meta di grande interesse per un vasto pubblico.

 

 

Benvenuti nel sito ufficiale della Fondazione Guglielmo Marconi, istituita nel 1938.

Sede della Fondazione Guglielmo Marconi è Villa Griffone, il luogo in cui l'inventore bolognese mise a punto il sistema di telegrafia senza fili che poi diffuse in tutto il mondo.

Villa Griffone si trova a Pontecchio Marconi, a circa 15 km. da Bologna. Il giardino e le sale della Villa ospitano il Museo Marconi, dedicato alle origini e agli sviluppi delle radiocomunicazioni. La Villa è stata dichiarata Monumento Nazionale.

All’interno dello storico edificio è presente anche un Centro di ricerca ove operano specialisti della Fondazione Ugo Bordoni, dell’Università di Bologna e della stessa Fondazione Marconi, le cui attività quindi comprendono tre differenti aree – storia, ricerca, formazione – rendendo Villa Griffone meta di grande interesse per un vasto pubblico.

 
notizie e approfondimenti
nel nuovo sito museomarconi.it

  

 

Osservando attentamente il moto ondulatorio della superficie di uno stagno perturbata dalla caduta di un sasso, si può stabilire che le particelle d’acqua vibranti hanno uguali periodi, poiché gli spostamenti verticali di ogni particella oscillante sono proporzionali a quelli delle particelle che subiscono in successione la stessa perturbazione. In altre parole, il moto oscillatorio è isocrono come quello del pendolo di un orologio. Due particelle che raggiungono simultaneamente la sommità di una cresta d’onda sono in fase; la distanza fra due creste si chiama lunghezza d’onda; si è battezzata ampiezza dell’oscillazione il dislivello fra una sommità della cresta e la superficie dell’acqua supposta nello stato di quiete. Il tempo necessario perché una particella compia un’oscillazione completa è stato definito periodo; il numero delle oscillazioni in un secondo è stato chiamato frequenza.

Da quanto si è visto, e da quanto chiunque può osservare sia pure grossolanamente in una pozza d’acqua, risulta che tanto più ampia è la lunghezza d’onda, tanto più bassa è la frequenza; e viceversa ad un’alta frequenza corrisponde una piccola lunghezza d’onda.

Dopo un certo periodo dalla caduta del sasso nello stagno, il moto ondulatorio diminuisce gradualmente dal centro verso la periferia; ecco le onde smorzate. Ma se invece nello stesso punto di caduta del sasso gettiamo un altro sasso e poi un altro ancora e così di seguito, usando oggetti delle stesse dimensioni, dello stesso peso (e imprimiamo la stessa forza) in modo perfettamente ritmico e regolare, il moto ondulatorio continua e si hanno onde persistenti: abbiamo creato un oscillatore.

spettro elettromagnetico

Ora gettiamo nello stagno due sassi in due punti e in tempi diversi, ed ecco un altro fenomeno: il moto oscillatorio e concentrico creato dalla caduta di uno degli oggetti si incontrerà con quello generato dall’altro; le increspature dell’acqua diverranno allora più complesse interferendo l’una con l’altra: si genera l’interferenza. Interferenza “da eco” la si osserva ai bordi della vasca quando vi si getta anche un solo sassolino: le onde giunte al bordo provocano altre onde in senso contrario che interferiscono con le prime.

Fatti analoghi, anche se invisibili, succedono ogni volta che si produce un suono. Le nostre corde vocali vibrano e mettono in oscillazione le particelle dell’aria circostante. ecco le onde sonore, che si propagano in ogni direzione, giungendo anche a quei particolari “risuonatori” che sono le orecchie. Ancora una volta, come nel caso dello stagno d’acqua, si tratta di vibrazioni di particelle materiali, quelle dell’aria. Se intorno a noi ci fosse il vuoto, nessuna onda sonora sarebbe possibile, per mancanza del mezzo oscillante. Tuttavia si possono avere movimenti oscillatori anche nel vuoto, non provocati però da alcuna particella materiale, bensì dalle perturbazioni di un campo elettrico, di un campo magnetico o anche di un campo gravitazionale.

La parola campo, che ci richiama alla mente un appezzamento di terreno coltivato, ha in fisica il significato di una modificazione che una determinata zona di spazio subisce per la presenza di una particella elettrica; per l’esistenza di un magnete; o per quella di una massa materiale: da qui i campi elettrico, magnetico, gravitazionale.

(Giancarlo Masini)

 

voci correlate a Spettro Elettromagnetico nell'Enciclopedia Treccani

 

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