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Museo Marconi

 
 
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Le immagini televisive non sono trasmissibili solamente via etere, cioè per mezzo delle onde radio. Esiste un'altra possibilità di trasmissione, che fa uso del cavo coassiale, cioè di un collegamento di tipo telefonico ma capace di trasformare una quantità di informazione assai superiore (dell'ordine di varie decine di volte) a quella del normale filo telefonico.

Le prime trasmissioni via cavo vennero effettuate nel Nord America (USA e soprattutto Canada) attorno alla metà degli anni Sessanta: si trattava soprattutto di piccole emittenti locali che trasmettevano propri programmi o ritrasmettevano (captandoli con antenne di grande potenza) programmi difficili da ricevere su una normale antenna.

Nei primi anni Settanta, alcune società cominciarono a servirsi del cavo per lanciare le trasmissioni televisive a pagamento (pay TV): la televisione via cavo cominciava a fare diretta concorrenza a quella via etere.

Oggi la televisione via cavo, che fa uso in alcuni casi di canali di trasmissione assai più potenti del cavo coassiale, come la fibra ottica (in grado di portare, su un solo filo sottilissimo, una quantità di informazione pari a varie migliaia di volte quella di un normale filo telefonico), ha raggiunto in alcuni paesi tra cui gli USA un livello di diffusione paragonabile a quello della TV via etere.

In altri paesi, tra cui l'Italia, lo sviluppo di questo canale di comunicazione è stato frenato da decisioni politiche ed economiche prese in particolare negli anni Settanta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

Il transistor era il primo dispositivo elettronico di amplificazione, in grado di sostituire le valvole di De Forest con resa equivalente o superiore e in dimensioni nettamente minori.

Era stato elaborato nei Bell Labs, i famosi laboratori dell'azienda telefonica americana, nel 1947-48. Nel 1954-55, mentre procedevano le sperimentazioni di uso del transistor nel campo dell'informatica, ancora limitato a pochi pionieri, l'azienda americana Texas Instruments sperimentava e poi metteva in commercio un uso assai più di "massa" del nuovo prodotto: una radio a transistor alimentata da pile, decisamente più piccola e leggera (meno di mezzo chilo) delle radio portatili allora in commercio.

Nello stesso 1954 il fisico Edwin Armstrong, inventore della radiofonia a modulazione di frequenza, si suicidò convinto che la sua invenzione non sarebbe stata applicabile commercialmente per l'opposizione delle grandi aziende del settore. Negli anni successivi, la modulazione di frequenza si sarebbe affermata anche grazie alla diffusione delle radio portatili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

Nel 1945 Arthur Clarke, che sarebbe poi divenuto uno dei più celebri scrittori di fantascienza, autore fra l'altro di 2001. Odissea nello spazio, era ancora un giovane fisico inglese: pubblicò un articolo, relativamente inosservato, in cui ipotizzava la possibilità di lanciare un satellite "geostazionario", cioè orbitante alla stessa velocità della terra e quindi in posizione stabile rispetto al pianeta, e di fare di tale satellite uno strumento per le telecomunicazioni, ovviamente via radio, a grande distanza.

Nel 1962 venne lanciato il primo satellite per telecomunicazioni intercontinentali, il Telstar, che assicurava sia le trasmissioni televisive dirette tra Europa e America sia un canale di telefonia continentale alternativo ai costosi e poco sicuri cavi sottomarini. Nel 1966 esisteva già un sistema di tre satelliti geostazionari capaci di collegare fra loro tutti i continenti e di consentire la "mondovisione" simultanea. A partire dall'inizio degli anni Settanta, alcuni dei paesi di più grande estensione, in primo luogo USA e URSS, introdussero l'uso del satellite per fare giungere simultaneamente uno stesso segnale televisivo in aree tra loro lontanissime.

A metà del decennio, ebbero inizio le trasmissioni dirette da satellite, ricevute dalle abitazioni per mezzo di speciali antenne (paraboloidi); oggi il satellite è, con i tradizionali sistemi di trasmissione via etere terrestre e con il cavo, il terzo canale di diffusione dei segnali televisivi.

A partire dagli anni Ottanta, poi, l'uso di satelliti per telecomunicazioni si sarebbe notevolmente intensificato, anche grazie all'accresciuta richiesta da un lato di strumenti di gestione del traffico telefonico globale, dall'altro di strumenti di monitoraggio in tempo reale dei veicoli in movimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

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