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Museo Marconi

 
 
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Quando Marconi era poco più che un ragazzo, i genitori - constatata la sua crescente passione per la fisica e l'elettricità - decisero di presentarlo, attraverso comuni conoscenti, al professor Augusto Righi, che insegnava Fisica all'Università di Bologna ed era considerato un vero e proprio luminare in materia.

Nato a Bologna nel 1850, prima che nella sua città natale Righi era stato docente a Palermo e a Padova. I suoi studi avevano per oggetto questioni fondamentali di elettrologia, di elettromagnetismo e di ottica fisica. Grande teorico e insieme grande uomo di laboratorio, fu il più valido continuatore di Hertz nel dare basi sperimentali alla teoria di Maxwell.

Con il senno di poi, pareva scritto nel destino che il giovane autodidatta e il famoso professore, entrambi bolognesi ed entrambi interessati alle onde hertziane, venissero a contatto e diventassero l'uno l'allievo e l'altro il maestro. Ma così non accadde.

Marconi fece numerose visite al professor Righi, sia all'Università che alla residenza estiva di Sabbiuno, non lontana da Pontecchio. Ebbe probabilmente modo anche di osservare gli apparati che il Righi approntava nel suo laboratorio. Si stabilì quindi una relazione, dove, da una parte, Marconi esponeva confusamente le sue idee, interrogando febbrilmente il professore, e, dall'altra, Righi ascoltava e consigliava il giovane ma soprattutto lo esortava a completare gli studi per formarsi una solida base teorica. Cosa che però Marconi non fece: cominciò a sperimentare per conto suo e, non appena messo a punto il sistema che poi prenderà il nome di radiotelegrafia, si trasferì a Londra con la madre per brevettarlo e per tentare di svilupparne le applicazioni.

Dopo che Marconi ebbe raggiunto la notorietà, in più occasioni ufficiali i due bolognesi si incontrarono ed espressero sempre reciproca stima. Il professor Righi, inoltre, in risposta a ripetute voci che reclamavano per lui il merito principale dell'invenzione della radiotelegrafia, non esitò a precisare che non lo si poteva considerare «maestro» di Marconi se non in senso molto lato, e che Marconi aveva portato avanti autonomamente le sue ricerche. Tuttavia non smise di considerare il contributo scientifico di Marconi una «brillante applicazione» o poco più. E infatti, candidato egli stesso per quindici anni al Premio Nobel senza mai ottenerlo, non nascose il suo disappunto quando nel 1909 il premio fu assegnato a Marconi.

Marconi, d'altronde, nel discorso all'Accademia di Svezia, menzionò Righi accanto a Hertz e al francese Branly tra coloro i cui studi scientifici avevano ispirato i suoi primi passi. Ma non gli dedicò una sola parola di affetto o di ricordo personale.

Augusto Righi morì a Bologna nel 1920.

 

 

 

 

     

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«Mr. Marconi invia a Mr. Branly i suoi rispettosi saluti mediante il telegrafo senza fili attraverso la Manica: questo bel risultato è in parte dovuto ai pregevoli lavori di Mr. Branly.»

Con questo telegramma, inviato da Dover il 29 marzo 1899, subito dopo aver istituito il primo collegamento radiotelegrafico tra la Francia e l'Inghilterra, il giovane Marconi rese omaggio all'illustre collega.

Il contributo di Branly è brevemente illustrato da Marconi dieci anni dopo, nel discorso per il Premio Nobel, quando spiega di aver usato come rivelatore, nelle sue prime esperienze, un coesore di Branly, cui ha apportato alcune modifiche per renderlo più stabile.

È curiosa l'ibridazione: il termine "coherer" si deve a Lodge, Branly ne ha sempre respinto il concetto, preferendogli "radioconducteur". Marconi, a quanto pare, assunse il termine/concetto di Lodge (ormai diffusosi) ma utilizzò l'apparecchio di Branly.

Branly nacque ad Amiens nel 1844, studiò alla Sorbona e all'Ecole normale supérieure, fu insegnante di Fisica per oltre 50 anni all'Istituto Cattolico di Parigi, divenendo una celebrità scientifica soprattutto in Francia, dove a lungo lo si ritenne l'autentico inventore della telegrafia senza fili.

Nel 1890 pubblicò i primi risultati dei suoi studi sull'azione a distanza delle scintille sul tubo a limatura metallica: è questa la sua scoperta, contestata ardentemente da Calzecchi Onesti, che però non aveva intuito l'importanza dell'azione a distanza. Una volta ideato il suo "radioconducteur", Branly proseguì le ricerche sulla conduttività elettrica, poco partecipando agli sviluppi della radiotelegrafia.

Si considerava infatti uno sperimentatore puro e, anche se in qualche occasione fornì consulenze e collaborazioni, non fu mai seriamente attratto dalla ricerca applicata, tant'è che nel 1912, quando Marconi gli propose di diventare consigliere tecnico della sua ormai affermata Compagnia, Branly cortesemente rifiutò.

Laureato anche in medicina, dal 1896 per una ventina d'anni praticò l'elettroterapia in un proprio laboratorio. S'interessò alle "scienze psichiche" e alla telemeccanica. Ricevette la Legion d'onore nel 1900 e fu eletto all'Accademia delle scienze nel 1911.

Morì a Parigi nel 1940, dopo aver dedicato un'intera, lunghissima vita allo studio scientifico.

 

 

   

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Nato a New York nel 1890, laureato in ingegneria alla Columbia University, Edwin Armstrong fu in Francia durante la Prima Guerra Mondiale, arruolato presso gli U.S. Army Signal Corps. Lì brevettò il circuito supereterodina, su cui lavorava da tempo, ma dovette affrontare e perdere una disputa legale con Lucien Lévy.

Tornato in patria, affrontò un'estenuante battaglia legale (1922-1934) con De Forest per i diritti sul circuito a feed-back o rigenerativo. Anche in questo caso, dopo alterne sentenze, Armstrong non riuscì a ottenere pieno riconoscimento del suo originale contributo.

Nel frattempo metteva a punto un sistema di trasmissione a modulazione di frequenza (FM), alternativo a quello a modulazione di ampiezza (AM), sistema che brevettò nel 1933, dopo anni di esperimenti nei laboratori della Columbia University.

Nel 1937 finanziò la costruzione della prima stazione radio FM ad Alpine (New Jersey). Ma il sistema FM incontrò molte resistenze, sia perché metteva in crisi un assetto industriale fondato sulle AM, sia perché s'inseriva nella gara di assegnazione delle bande di frequenza, a cui partecipava anche la neonata televisione.

Nel 1945, le attribuzioni di banda stabilite dalla FCC (Federal Communications Commission), sotto la pressione della RCA (Radio Corporation of America) di David Sarnoff, risultarono penalizzanti per la FM e per Armstrong, che comunque poteva riscuotere notevoli diritti per il suo brevetto. Diritti che però la RCA non volle riconoscergli, il che diede il via a una nuova battaglia legale.

Armstrong, che aveva collaborato con lo U.S. Army anche nel secondo conflitto mondiale, apportando miglioramenti alle FM a grande distanza e al radar a onda continua, brevettò nel 1953 il Multiplexing FM, un sistema di trasmissioni multiple su una stessa lunghezza d'onda.

Costretto a patteggiare con la RCA perché non era più in grado di sostenere le spese processuali, sprofondò nella depressione e il 31 gennaio 1954 si suicidò, buttandosi dal tredicesimo piano del suo appartamento di New York. La vedova Marion impugnò nuovamente la causa contro la RCA e, dopo un lungo iter, ottenne infine ragione.

La carriera di Armstrong, segnata e quasi stregata dal tormento delle dispute sui brevetti, si concluse in modo tragico. Al contrario, gli sviluppi della radiofonia dimostrarono in seguito tutti i suoi meriti, tanto che ancora oggi usufruiamo di alcune delle sue preziose intuizioni.

 

 

     

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