English (UK)Italian (IT)

Museo Marconi

 
 
visite su prenotazione
 
immagine2
 
info visite
 
 


 

miclog

gmblogo b



Nato a Mymensingh (Bengala) nel 1858, Bose studiò prima a Calcutta poi, dal 1880, in Inghilterra (Londra e Cambridge). Nel 1885 tornò in India, dove insegnò fisica al Presidency College di Calcutta per oltre trent'anni.

Al College ebbe modo di effettuare le sue ricerche, benché sfavorito e discriminato in quanto "nativo". Interessato all'elettromagnetismo, si dedicò a una sperimentazione con microonde (circa 5 mm.). In una pubblica dimostrazione del novembre 1894 a Calcutta, Bose fece suonare una sveglia ed esplodere una carica, utilizzando impulsi a distanza.

Nel 1896, a Londra per un ciclo di conferenze, incontrò Marconi, che stava facendo esperimenti per il Post Office. Tra loro non si stabilì corrispondenza alcuna, anche perché Bose, contrario ai brevetti, manifestò sempre il suo disinteresse per l'aspetto commerciale della ricerca.

A Calcutta proseguì per alcuni anni il suo lavoro sulle onde elettromagnetiche, tra l'altro sperimentando per primo i semiconduttori come rivelatori.

Dopo il 1900, si dedicò alla fisiologia vegetale, studiando in particolare l'azione delle microonde sui tessuti delle piante. Ideò il "crescograph", strumento utile a valutare il tasso di crescita dei vegetali. Estese anche ai metalli la sua indagine sulla sensibilità, sottoponendoli a stimoli elettrici.

Membro di numerose accademie e istituzioni, fu insignito nel 1916 del titolo di "Sir". Fondò e diresse il Bose Institute. Morì a Giridih (Bengala) nel 1937.

La questione della priorità - sollevata per quasi tutte le invenzioni ma particolarmente sentita per il wireless e la radio - riguarda da vicino Bose. È innegabile che, sviluppando un'autonoma linea di ricerca, Bose abbia raggiunto tra i primissimi una serie di risultati sperimentali assai significativi. Probabilmente è lui, insieme a Tesla, a detenere una sorta di primato cronologico. Entrambi tuttavia, pur con motivi e modalità assai differenti, ignorarono o trascurarono il campo della radiotelegrafia, che fu invece il campo di elezione per Marconi. Ciò non toglie che appartengano di diritto al pantheon delle comunicazioni a distanza.

 

 

 

 

   

bose

cresco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima della scoperta del transistor, per quasi mezzo secolo - dall'inizio alla metà del Novecento - le radio, così come molti altri strumenti elettronici, erano fondamentalmente apparecchi a valvole. L'invenzione del diodo o valvola termoionica si deve a John Ambrose Fleming.

Fleming nacque a Lancaster nel 1849, studiò con il celebre James Clerk Maxwell, e fu poi docente di ingegneria elettrica a Cambridge, Nottingham, Londra, nonché notevole sperimentatore. Sotto il suo nome, tra l'altro, sono note le cosiddette regole della mano sinistra e della mano destra nell'elettromagnetismo.

Nel 1899, già cinquantenne e scienziato rinomato, accettò la proposta di Marconi, di cui divenne prezioso consulente scientifico. Subito fu coinvolto nell'impresa che i più ritenevano impossibile, il collegamento radio tra le due sponde dell'Oceano Atlantico. Quando, il 12 dicembre 1901, Marconi riuscì a stabilire il primo storico contatto transatlantico senza l'ausilio di fili, un merito non irrilevante spettò anche a Fleming, che aveva avuto un ruolo cardine nella progettazione delle stazioni erette per quel gigantesco esperimento.

Nonostante qualche momento di tensione, la collaborazione tra i due proseguì imperterrita, anno dopo anno, senza che la cosa limitasse le ricerche personali dello stesso Fleming. Anzi, il pragmatismo e l'eccezionale intuito di Marconi si confermarono nel 1904, quando Fleming mise a punto il prototipo della valvola termoionica: benché ancora non si comprendesse bene come utilizzarla, Marconi dispose che fosse subito messa in produzione nella sua fabbrica di Chelmsford quale nuovo rivelatore di onde elettromagnetiche.

La stima e la fiducia che Marconi riponeva in Fleming trovarono piena testimonianza nel discorso tenuto all'Accademia di Svezia in occasione del Premio Nobel. A commento dell'evolversi dei suoi esperimenti, Marconi citò un lungo brano tratto dal libro di Fleming The Principles of Electric Wave Telegraphy, edito a Londra nel 1906, libro che Marconi richiamò in altre due passaggi, oltre naturalmente a ricordare il contributo di Fleming nell'avventura transatlantica. E anche laddove non si dice d'accordo con Fleming (a proposito della relazione tra luce diurna e lunghezza d'onda), traspare quel rispetto assoluto che molti tentarono vanamente di ottenere da Marconi.

Fleming, che svolse le funzioni di consulente scientifico per la Marconi Company fino al 1931, morì ultranovantenne, nel 1945.

 

 

 

   

fleming

diodo

video bio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Karl Ferdinand Braun, colui che divise con Marconi il Premio Nobel per la Fisica nel 1909, nacque a Fulda (Germania) nel 1850. Fu docente a Würzburg, Marburgo e quindi a Strasburgo, sede principale della sua attività. Effettuò, negli anni intorno al 1895, importanti ricerche sui raggi catodici, valendosi principalmente del tubo che porta il suo nome, prototipo da cui derivano i moderni tubi a raggi catodici; scrisse varie memorie sulla teoria elettromagnetica della luce.

A partire dal 1898, dopo alcune osservazioni sulla idrotelegrafia, si dedicò alla radiotelegrafia, elaborando un apparato non dissimile da quello di Marconi, a cui apportò alcuni miglioramenti, dando vita al sistema Braun-Siemens, che entrò subito in competizione con il sistema A.E.G.-Slaby-Arco nella corsa per lo sviluppo autonomo della radiotelegrafia tedesca voluta dall'imperatore Guglielmo II. Tale corsa si risolse il 27 maggio 1903 con la fusione dei due sistemi e la creazione di un'unica società, per salvaguardare gli interessi nazionali dall'espandersi travolgente del sistema Marconi.

Come Adolf Slaby (seppur con maggiori cognizioni scientifiche) Braun operò principalmente alla messa a punto di dispositivi sempre più efficaci e concorrenziali, ma il suo contributo, nel campo della radiotelegrafia, non fu così originale come per la tecnologia del tubo a raggi catodici.

Nel dicembre 1909, a Stoccolma, quando ritirò il premio insieme a Marconi, Braun aveva 59 anni, ovvero 24 più del collega italiano. Nonostante il suo curriculum fosse di tutto rispetto, diversi altri scienziati avrebbero meritato di trovarsi al suo posto, ma non è improbabile che ragioni di equilibrio politico abbiano suggerito la scelta di affiancarlo a Marconi. Quest'ultimo, infatti, appresa la notizia, reagì a caldo dicendo che non avrebbe mai ritirato un «premio a metà», per poi naturalmente ricredersi e recarsi regolarmente a Stoccolma. Dove però, nel discorso tenuto all'Accademia di Svezia, non accennò a Braun se non per precisare che parte del lavoro con condensatori accoppiati ad antenne irradianti fu svolto contemporaneamente a un analogo lavoro di Braun, all'insaputa l'uno dell'altro.

Qualche anno più tardi, Karl Ferdinand Braun, recatosi negli Stati Uniti per testimoniare in un processo per la paternità di un brevetto, si fermò oltre Atlantico e ivi si spense, a New York, nel 1918, senza aver lavorato a nuove ricerche per almeno una decina d'anni.

 

 

 

 

   

braun

 

 

tubocatodico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© 2013 - Fondazione Guglielmo Marconi - Villa Griffone - via Celestini 1 - 40037 Pontecchio Marconi (BO) - C.F 80063250379

Utilizziamo i cookies per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Proseguendo nella navigazione accetti la nostra cookie policy.