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Museo Marconi

 
 
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Nello staff di Marconi, c'era un'unica persona per la quale la porta del capo rimaneva sempre aperta: George Stephen Kemp.

Nato nella contea di Kent nel 1857, dopo aver servito nella Royal Navy come elettricista e istruttore, Kemp fu assunto al British Post Office e lavorò alle dirette dipendenze di William Preece. Quando Preece intuì il grande potenziale di Marconi e decise immediatamente di aiutarlo, uno dei primi uomini che affiancò al giovane bolognese fu proprio George Kemp. Da quel momento - luglio 1896 - Kemp si dedicò totalmente alla causa della radiotelegrafia, diventando l'inseparabile collaboratore di Marconi. Nel 1897 passò dal British Post Office alla nascente Marconi Company con l'incarico di «primo assistente», incarico che ricoprì per trentasei anni. Fu quindi a fianco di Marconi in tutte le imprese memorabili, tra cui naturalmente il collegamento radio tra le due sponde dell'Atlantico, quando proprio Kemp, a San Giovanni di Terranova, fu il primo insieme a Marconi a udire il segnale morse della lettera "S" trasmesso dalla stazione di Poldhu, in Cornovaglia.

Il sistema degli "assistenti", voluto da Marconi fin dai primissimi anni, prevedeva un certo numero di tecnici alle sue dirette dipendenze (erano 20 nel 1900, 32 nel 1906). Si trattava di giovani, più o meno coetanei di Marconi, formatisi nelle scuole londinesi in cui si tenevano corsi di elettrotecnica. Alcuni avevano avuto anche brevi esperienze nel settore telegrafico o nelle centrali elettriche. Molti di loro, con il tempo, assunsero ruoli di responsabilità all'interno della Company. Kemp - sensibilmente più anziano - mantenne invece inalterato il suo ruolo di insostituibile uomo di fiducia fino al giorno della morte, che avvenne a Southampton nel 1933. Bravissimo a risolvere in breve tempo ogni sorta di problema pratico, si occupava perfino della dieta di Marconi e teneva un prezioso diario di lavoro.

Anche se non sempre faceva i loro nomi, Marconi raramente mancava di ricordare il lavoro dei collaboratori. Richard Vyvyan, Charles Franklin, Henry Round, Andrew Gray diedero contributi importanti e originali allo sviluppo della radiotelegrafia marconiana e Marconi seppe riconoscerlo. Con quel misto di affabile distacco e indomabile determinazione, riusciva infatti ad attrarre e tenere legate molte persone. Vyvyan ed Entwistle furono anche nominati nel discorso per il Nobel tenuto da Marconi all'Accademia di Svezia.

A pochissime persone, tuttavia, riservò un affetto duraturo. Probabilmente Kemp fu una di esse, perché Marconi oltre che «primo assistente» e «valente collaboratore» lo definì un «amico».

 

 

 

     

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Heinrich Hertz morì a Bonn il 1° gennaio 1894, per una grave malattia, a soli 36 anni. Una luminosa carriera, già confortata da grandi riconoscimenti internazionali, s'interruppe improvvisamente. Nello stesso anno, il ventenne Guglielmo Marconi concepì il suo ardito progetto: utilizzare le onde elettromagnetiche (che allora erano dette "hertziane") per le trasmissioni telegrafiche. C'è chi vede in questa coincidenza cronologica un segno del destino, quasi un inconsapevole passaggio di testimone.

Hertz era nato ad Amburgo nel 1857. Presto rivelò una vocazione per l'attività di laboratorio che lo spinse a studiare ingegneria (a Dresda) e poi fisica (a Monaco e a Berlino). Legato all'insegnamento di Hermann von Helmholtz, fu prima assistente a Berlino, poi docente a Kiel, Karlsruhe e Bonn.

Le sue ricerche attirarono l'attenzione internazionale quando, nel biennio 1887-8, ottenne la dimostrazione sperimentale che l'energia elettrica si propaga in forma di onde con velocità finita. La teoria di Maxwell, che suscitava un certo scetticismo nell'ambiente scientifico, trovò clamorosa conferma. Alle prime ricerche altre seguirono, volte alla determinazione della velocità e delle varie modalità di propagazione delle onde. La sperimentazione da lui avviata fu quindi il punto di partenza, il primo decisivo passo nel cammino che portò all'invenzione della radiotelegrafia. Scoprì inoltre l'effetto fotoelettrico, inaugurando un ulteriore campo di indagine per la fisica moderna.

Marconi, naturalmente, non trascurò di riconoscere l'importanza di Hertz, che aveva aperto la strada a esperimenti e ricerche in più campi, tra cui appunto la telegrafia senza fili. Lo stesso esperimento che confermò definitivamente le intuizioni di Marconi, effettuato più volte a Villa Griffone nel 1895, fu realizzato - secondo quanto riferisce lo stesso Marconi nel discorso per il Premio Nobel - utilizzando come trasmettitore un oscillatore di Hertz.

Se dunque Hertz non fosse mancato prematuramente, la storia delle radiocomunicazioni sarebbe stata diversa? Come sempre, è impossibile rispondere a domande del genere. Resta il fatto che fu uno dei grandi iniziatori della scienza come la si intende oggi, e non solo per i risultati che seppe ottenere: con la sua sicura padronanza tanto delle teorie matematiche quanto delle procedure sperimentali, Hertz rappresentò infatti una sorta di prototipo, il nuovo tipo ideale di ricercatore, un modello per i fisici del XX secolo.

 

 

 

   

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La madre di Marconi era irlandese e si chiamava Annie Jameson. I Jameson possedevano una fiorente distilleria di whisky, il cui marchio è tuttora celebre. Molti degli affari della famiglia Jameson si concludevano a Londra, il centro dell'Impero Britannico.

E a Londra operava appunto Henry Jameson Davis, cugino di Marconi per parte di madre.

Nato nel 1854, Jameson Davis aveva più di quarant'anni e una notevole esperienza professionale quando accolse la zia e il giovane cugino italiano nel 1896. Era un ingegnere specializzato nella progettazione e costruzione di mulini per la macinazione di cereali, e aveva un ufficio di consulenza a Londra. Fu lui a consigliare Marconi nelle pratiche per il conseguimento del brevetto, fu lui a procurargli un incontro con l'ingegnere capo del British Post Office, William Preece, fu lui a organizzargli le prime dimostrazioni private, invitando ingegneri e imprenditori di sua conoscenza.

Una volta constatata l'efficacia e il grande potenziale dell'invenzione del cugino, Jameson Davis cominciò a progettare un possibile sviluppo commerciale: in alternativa alla pura e semplice vendita del brevetto o a un vincolante accordo con il Post Office, prospettò a Marconi la costituzione di una società per azioni, per la quale riuscì a raccogliere un certo numero di finanziatori, molti dei quali mercanti di granaglie, e cioè appartenenti al suo entourage. Marconi esitò qualche mese ma infine decise per il sì: il 20 luglio 1897 fu costituita la Wireless Telegraph and Signal Company (che nel 1900 fu ribattezzata Marconi Wireless Company). Il capitale della nuova società era di 100.000 azioni da una sterlina. Marconi fu nominato direttore tecnico, Jameson Davis direttore amministrativo.

Per circa un anno e mezzo, dunque, Henry Jameson Davis rappresentò la figura cardine, il tutore legale, la persona di riferimento, senza la quale Marconi non avrebbe saputo minimamente orientarsi nella City. Formata la società, i due cugini procedettero per diversi anni in sostanziale accordo, affrontando con una buona compattezza le non poche difficoltà organizzative e finanziarie che la Company incontrò prima di consolidarsi.

Nel corso del tempo, tuttavia, Jameson Davis vide a poco a poco ridimensionato il suo ruolo finché non decise, nel 1912, di farsi liquidare le azioni e di uscire dalla società.

Morì nel 1936, un anno prima del celeberrimo cugino.

Malgrado parziali disaccordi o incomprensioni, non è difficile immaginare che il 10 dicembre 1909, quando Marconi ritirò a Stoccolma il Premio Nobel per la Fisica, Henry Jameson Davis si sentì doppiamente orgoglioso: sia come parente sia come uomo d'affari che aveva saputo dare un avvio determinante a quella grande impresa.

 

   

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