Le prime previsioni sullo sviluppo di una tecnologia di visione a distanza, chiamata telefonoscopio, si possono già riconoscere in alcune opere letterarie di fine Ottocento, come La vie électrique di Albert Robida (1883). Le sperimentazioni concrete cominciarono però dopo la prima guerra mondiale, dapprima sulla base della tecnologia meccanica definita dall'inglese John Baird, poi di quella elettronica sviluppata dal russo-americano Wladimir Zworykin. La Germania nel 1935, il Regno Unito nel 1936, avviarono le trasmissioni regolari, rivolte però a un numero limitatissimo di ascoltatori. Il vero boom della televisione si ebbe dopo la seconda guerra mondiale, a partire dal paese che ne era stato il principale vincitore, gli Stati Uniti, dove si affermò un sistema televisivo tutto basato sulla pubblicità. Prima della metà degli anni Cinquanta il nuovo mezzo si era già pienamente affermato negli USA, e le trasmissioni televisive regolari erano cominciate o ricominciate in quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale, dove prevaleva un sistema di controllo pubblico. In Italia le trasmissioni televisive regolari cominciarono nel 1954. Probabilmente nessun mezzo di comunicazione nella storia ha conosciuto un successo altrettanto spettacolare: negli USA sette anni dopo l'inizio delle trasmissioni regolari erano già collegate più di metà delle famiglie; in Italia già a metà degli anni Sessanta il televisiore rivaleggiava con il frigorifero come apparecchio domestico più diffuso. Negli anni Sessanta vennero lanciati, dapprima negli USA e in Francia poi man mano negli altri paesi, i sistemi di trasmissione a colori.
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Emile Girardeau |
Marconi credette nelle onde corte prima di tutti, prima dei tecnici, prima dei dilettanti; e non smise mai di dedicarvisi mentre nessuno se ne curava. |
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