Nato nel 1853 a Lapedona, nell'attuale provincia di Fermo, Calzecchi Onesti studiò al Liceo Annibal Caro di Fermo - presso cui sarà a lungo docente - e quindi all'Università di Pisa, ottenendo la laurea in fisica matematica. Fu insegnante liceale all'Aquila (1879) e soprattutto a Fermo, a partire dal 1880. La sua spiccata vocazione pedagogica lo indusse ad operare anche come educatore di sordomuti (con eccellenti risultati) e a scrivere un Dizionario Metodico Illustrato. Nel 1898 ricevette la medaglia d'oro dell'Esposizione internazionale di elettricità di Torino per le sue esperienze con il tubetto a limatura metallica. Insegnò in seguito a Palermo, a Milano e a Roma. Ritornato infine nelle Marche, gravemente debilitato, si spense a Monterubbiano nel 1922. Al Liceo di Fermo Calzecchi ebbe modo di eseguire diverse ricerche che lo portarono a scoprire alcune importanti proprietà delle polveri metalliche. Pubblicò i risultati su "Il Nuovo Cimento" in alcuni articoli usciti tra il 1884 e il 1886. Quando intorno al 1890 Branly realizzò il radioconducteur riprendendo ed estendendo le esperienze di Calzecchi, quest'ultimo si trovò al centro di discussioni e polemiche che lo amareggiarono. Ma la questione della priorità fu dibattuta con toni assai più accesi dopo la sua morte, coinvolgendo i figli dei due scienziati e soprattutto la pubblicistica di regime che difendeva con accanimento ogni piccolo o grande contributo della scienza italiana. In effetti, il lavoro di Calzecchi sulla conducibilità delle polveri metalliche fu prezioso per molti. Ma la querelle, come spesso accade, non meritava un particolare dispendio di energie e di parole, perché tra Calzecchi e Branly il salto è notevole, soprattutto per via della famosa "azione a distanza" su cui l'italiano non si era soffermato. Calzecchi Onesti fu comunque un abile fisico e una sorta di "pioniere". E infatti Marconi, che si giovò delle sue esperienze nei primi approcci alla futura radiotelegrafia, ricordò i meriti di Calzecchi nel discorso tenuto in Campidoglio al cospetto dei Reali d'Italia, nel 1903.
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Francesco Paresce |
Marconi era l'uomo giusto al posto giusto al momento giusto. Era l'uomo giusto perché possedeva la combinazione ideale di caratteristiche personali per l'impresa: tenacia, coraggio, capacità tecnica, carisma e predisposizione alle relazioni pubbliche. |
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